La scorsa stagione si è conclusa con un dolceamaro, ossia al mio quarto campionato italiano, quello di maratona dopo il trittico dei campionati di società, ottengo il personale con un’interpretazione di gara bruttissima, degna del peggior principiante con gli ultimi 7km a fare stretching per i crampi.
La settimana dopo decido subito di prendermi la rivincita e faccio tre iscrizioni, l’ultima delle quali l’obiettivo di fare il personale alla Maratona di Sant’Antonio a Padova; dopo qualche settimana inizio la preparazione invernale… va beh, ci provo a fare qualcosa, ogni tanto riesco ma il tempo a disposizione è poco e gli impegni sono tanti, la corsa è all’ultimo posto.
Durante l’inverno partecipo a due cross, andati molto bene con velocità medie molto alte per me, segno del lavoro svolto in autunno per preparare le mezze e i 10k più che la maratona, poi arriva la neve in montagna, per fortuna… già perché è tanta, nevica più volte e la stagione delle ciaspolate è lunga ed intensa, fino al 8 aprile il principale impegno extralavorativo riguarda la montagna, ne sono felice, però rinvio al 2019 la mezza di Bergamo, non corro la 5Mulini e annullo la partecipazione come pacer alla mezza del Lago, insomma stravolgo la preparazione alla maratona… e di fatto non c’è una vera preparazione.
In più cambia tutto nella vita lavorativa, un caos; corsi di aggiornamento che devo fare poi non partono, insomma i programmi vanno a farsi benedire e arriva il 21 aprile, solo tre giorni prima decido di provarci lo stesso (tanto nel 2010 ho finito la maratona di Verona con la febbre, che vuoi che sia) e prenoto treni e B&B low cost, che fortuna!
La Lella poi che scrive un post dopo la StraMilano in cui dice che partendo da zero inventa una mezza e tutto va bene, le rispondo “vale anche per la maratona?” mi dice sì, ho la sua benedizione (lo ha fatto a Venezia tre anni fa) e me ne ricordo; insomma il 21 aprile torno dopo 18 anni nella città in cui ho fatto il militare, anzi, nella stessa piazza e mi distraggo con la memoria, poi incontro la Dossena, si chiacchiera e mi fa la dedica sul libro con un augurio per la gara (seconda benedizione) poi anche Pertile padrone di casa, in chiesa prendo la terza perché Dante diceva che il 3 è il numero perfetto, anche se qui c’è il giardino di Giotto.
Sabato sera pasta party, B&B con una decina di km a piedi a spasso per la città, preparativi che non sono mai brevi e si dorme consapevole che s’ha da fare e ci si divertirà, unica grande preoccupazione: il caldo.
Organizzazione navette perfetta, arrivo allo stadio Euganeo e dopo un po’ arriva uno stupefatto Danilo alla quinta maratona dell’anno che non pensava di trovarmi, si chiacchiera, gli dico che non sono pronto, non sono riuscito a fare i lunghi, ecc. e poi fa caldo, ho portato il cappellino per usarlo come mescolo agli spugnaggi e lanciarmi in testa più acqua possibile, lui è preoccupato perché non ha portato nulla ma partirà forte lo stesso.
Al contrario di Verona parto a 5’05/km ma subito vado sotto i 5, poi ci si mettono i ragazzi a fare il tifo con AC/DC a palla e musica revival al km 7 e 12, l’orologio mi segna 4’20 correndo, saltando e ballando, mi do una regolata ma ormai ho superato i pacer delle 3h30.
Continuo per 33km a correre a 4’52-4’53 non ho problemi, il “mestolo” funziona bene ma gli spugnaggi sono solo 4 e ai ristori la maggior parte dell’acqua delle bottigliette finisce su testa, braccia, spalle e schiena sentendo friggere, evapora prima di toccare terra, fortunatamente l’acqua non manca, i ristori sono TOP.
Parlando con due a cui mi sono aggregato dopo il revival del km12 supero Danilo intorno al km 23 alle prese con un gel che non riesce ad aprire, capisco che non è giornata al di là della sua solita crisi post mezza, lo incito, poi noto con gli altri che continuando a correre a 4’53 abbiamo i pacer delle 3h30 sempre a 150m fino al km25-26, stanno ammazzando la gente; poi passiamo da Abano Terme, mi dicevano esserci una gran festa, gente ce n’è tanta ma silenziosa, senza musiche, quando c’è non è adrenalinica, mi levo alla svelta perdendo anche i soci.
Al 36esimo km, quando già da 3km corro a 5’20 senza problemi ma sono stanco e troppo accaldato con necessità di acqua, mentre sono concentrato a zizzagare la grande massa di partecipanti alla mezza con tempi sopra le 2h, mi passa un solo pacer delle 3h30 con un solo atleta al seguito, gli altri 2 saltati come tutto il seguito, inaffidabili.
Si entra in periferia dopo 37km di campagne e paesini senza una pianta a fare ombra, vedo un’altra canotta biancorossa, è Sabrina in difficoltà anche lei nella mezza e la incito, quarto spugnaggio poi al km 39 un altro pacer della mezza attraversa trasversalmente la strada per dare il cinque ai bambini, cose che solitamente faccio io ma sono cotto, lui lo fa senza pensare che è seguito dalla massa, gli sbattiamo addosso in due così ora devo combattere col caldo e con un principio di crampi, ho sete e accolgo con gioia l’ultimo ristoro dopo il 40esimo.
Si passa da piazza dei Signori con la Loggia del Consiglio (o della Gran Guardia) bellissima, basilica del Santo e giù verso Prato della Valle stringendo i denti fino a tagliare il traguardo, guardo il crono, non avevo fatto calcoli tanto ero concentrato a combattere il caldo e mi stupisco del tempo, tiro un urlo di sfogo.
Vedo gente che viene sdraiata sulle barelle, mi siedo, mi rovescio ancora dell’acqua addosso e mi scappa un pianto liberatorio, come sempre la regina fa il suo effetto, non mi capacito di cosa ho fatto, non dico come mi sono allenato senò sarei insultato da qualsiasi tecnico, oggi contava la testa e quando il gioco si fa duro, la mia testa è molto dura!
Complimenti anche a Sabrina e Danilo per le loro gare sofferte, abbandono la piazza pranzando con un gelato gigante, il giorno prima ne avrò visti a centinaia e mi sono trattenuto, dopo un PB ci sta tutto.