Dopo più di sei mesi di lunga preparazione, tra sacrifici rinunce e piccoli inconvenienti finalmente è arrivato il grande giorno . Accompagnato dal mio amico Pex, raggiungo l’aeroporto e mi aggrego al gruppo di italiani in partenza. Una volta il volo Casablanca dopo uno scalo di circa un’ora prendiamo un altro aereo direzione Ouarzazate. Questo volo lo ricorderò per molto, dopo circa un’ora di volo ci imbattiamo in una turbolenza interminabile che per circa un quarto d’ora ci fa vivere attimi di apprensione; usciti dalla turbolenza è previsto un piccolo scalo a Zagora e anche lì dopo un primo tentativo di atterraggio il pilota decide di rinunciare per una violenta tempesta di sabbia. Atterrati a Ouarzazate raggiungiamo l’hotel nel tardo pomeriggio e dopo una doccia rigenerante e una cena al ristorante piccola visita alla città. La mattina seguente giornata libera altra notte in hotel e ci attende la faticosissima trasferta in bus per raggiungere il campo di circa 6 ore. Una volta raggiunto il campo legnano le tende composte da 8 elementi io vengo assegnato alla tenda 7 in compagnia di Nicola Mustafa Vittorio Frederick Francesco e Antonio. Dopo aver sistemato le nostre cose, andiamo a cena offerta dall’organizzazione. Ci accorgiamo subito che la prima notte sarà molto fredda, ben presto ci sistemiamo e ci infiliamo nel sacco a pelo. La mattina seguente dopo la colazione sempre offerta dall’organizzazione si va il momento della consegna della valigia e del controllo materiale obbligatorio. Seconda notte al campo ancora molto fredda: la mattina ci aspetta con la partenza della prima tappa. Il mio zaino pesa parecchio 10 chili, con l’acqua non sono riuscito a gestire al meglio la distribuzione e la regolazione del peso, comunque decido di partire per la prima tappa di 32 km circa, senza esagerare . Faccio il mio passo mi accorgo di essere in buona posizione tra i 60/70 , nella parte finale calo un po’ e perdo qualche posizione. La seconda tappa di 36 e rotti km come una delle più dure: 14 km da percorrere sulle Dune, parto deciso e dopo appena 500 m avverto un forte dolore al polpaccio destro che mi costringe a fermarmi: in quel momento mi hanno attraversato mille pensieri, inizio subito a massaggiarmi il polpaccio e dopo qualche minuto il dolore diventa più leggero, provo a rimettermi a correre ma nel frattempo mi ritrovo nelle retrovie della carovana. Dopo 1 km il dolore sembra essere passato, risalgo lentamente il serpentone dei maratoneti aggiungo il cp1 dove ho recuperato davvero tanto . Siamo a Merzouga e intanto che MI disseto, disseto un cane: d’ istinto mi accascio e verso dell’acqua sulla mia mano e incomincia a bere per me un gesto spontaneo che mi dà davvero il senso di quanto sia importante l’acqua. Riparto e da lì iniziano i famosi 14 km che so che le Dune e la sabbia fine non sono il mio forte Quindi decido di andare tranquillo e fare il mio passo senza farmi prendere dagli avversari che mi sorpassano alla fine chiuderò la tappa in posizione è il giorno della terza tappa il dolore al polpaccio sembra sparito sulla linea di partenza determinato a far bene ma appena partito un chilometro riaperto il dolore al polpaccio rallento a passo lento e ancora una volta sembra svanire il dolore, riparto ancora una volta il recupero . Raggiunto il cp1 e aver riempito le borracce riparto, le gambe non girano raggiungo il cp2 camminando gambe vuote e energia Zero. Stranamente dopo essermi rifornito di acqua e il gel mi tornano le forze riprendo a correre e 11 km in netto recupero. Purtroppo aver camminato per più di due ore mi ha fatto perdere parecchie posizioni in classifica ma non demordo c’è il tappone 76 km con mille insidie. Si parte regina 76 km bisogna gestire al meglio le forze attualmente sono 116 in classifica e devo recuperare alcune posizioni i migliori in classifica generale partiranno 3 ore dopo di noi. E mi metto subito nel gruppo di testa raggiungo il cp3 e sono in terza posizione senza grossi problemi dopo alcuni km dal CP comincio ad avere una crisi probabilmente dovuta anche al grande caldo mi appresto ad affrontare una vasta area un lago salato percorro circa camminando cp4 perdendo diverse posizioni mi sento vuoto decido di fermarmi sotto la tenda per riposarmi e ricaricare le energie. Dopo essermi idratato a dovere e Mangiato, dopo una sosta di quasi 30 minuti riparto, mi sento le gambe cominciano a girare come desidero da lì a poco parecchi dei concorrenti che avevo visto passare al cp 4. Arrivo È una continua progressione gli unici a sorpassarmi sono i primi 7 che erano partiti tre ore dopo di me la tappa in 46esima posizione assoluta. Ora non resta che la tappa maratona subito dopo 6 km dalla partenza ci apprestiamo ad affrontare il famoso e temuto jebel, una salita di circa 300 metri sabbia roccia e l’ultimo tratto di 50 metri da fare attaccati alla fune. Parto davanti e mi stabilizzo intorno alla quarantesima posizione il passo è quasi sempre regolare. Mantengo la mia posizione alternandola con alcuni atleti che mi sorpassano E a loro volta vengono sorpassati da me affrontiamo seconda salita e nuovamente una terza quando siamo in cima alla terza salita in lontananza si scorge l’arrivo: chiedo a uno nell’organizzazione e mi dice che da lì mancano 5 km da lì è un susseguirsi di emozioni la discesa sulla sabbia come una gazzella giunti nel piano mi aspettano ancora 3 km di sabbiatura che riconducono all’arrivo prima della partenza da recuperare 20 minuti per poter essere il terzo italiano. Sapevo che sarebbe stata dura e che ogni singolo secondo poteva essere importante quindi ho spinto per gli ultimi 3 km fino proprio alla fine. All’arrivo la tanto sospirata medaglia di. finisher non restava che attendere del mio avversario. Al suo arrivo che il suo tempo è superiore al mio 30 minuti. Alla fine quando usciranno le classifiche sarò 73o assoluto e III italiano. È stata una sofferenza ma alla fine un ottimo risultato. La gara è finita ufficialmente ora ci attende solo la tappa di 6 km charity, ma non è valida per la classifica. Anche questa volta è finita: un’altra bellissima esperienza, ho avuto supporto da casa di chi mi vuole bene convinto di aver dato tutto me stesso, un’esperienza fantastica . In tutto ciò la cosa più bella mi sia capitata è l’incontro di cactus nella seconda tappa: cane che da lì è diventato un vip alla 34a marathon des Sables.
Un grazie alla mia compagna super Chicca mi è stata vicina in ogni momento nella preparazione e nelle difficoltà a Questo obiettivo. Grazie anche a tutti quegli amici che mi hanno seguito e mi hanno supportato in ogni modo.. grazie agli sponsor che mi hanno supportato… grazie a tutti!
spazzaMario